sono stato papa

demone karletto, principe dei biondiPensando ancora a questo fatto, mi sono apparsi i vari gradi di prossimità tra me e il resto del mondo, i livelli di intensità che legano gli eventi dal centro alla periferia degli affetti.

 

Così stamattina sono passato da lui,a parlare della cosa, a prendere il caffè, azzardare qualche accenno alla questione futuro. In effetti è bello avere un amico fotografo, è bello avere amici.


Anche se a pensarci di amici fotografi ne ho un po’, sparsi per le terre emerse, ma non saprei mai recuperarli sulla rete. Poi mentre lavoro capita la mail, il cazzeggio, la letturicchia di repubblica online, il male. E quindi facebook, satana, novella tappa obbligata dell’attesa. Ma è bello avere amici, soprattutto fotografi.
E su facebook ne tengo almeno tre (che io sappia). Due amatoriali, uomo e donna. La mia testa sotto i vostri piedi indie, ykwya. Di un altro avevo perso completamente le tracce. Evviva facebook dunque, quando mi chiedo a cosa possa servire.
Da persona garbatamente mediocre quale ero e sono rimasto, peggiorando in vecchiezza, avevo sottostimato le doti di questo Konradin von Hohenfels della comunicazione televisiva, uno che a me dovrebbe impararmi a campare, piuttosto. E me l’ha riportato facebook, pensa te, quando potevo andarlo a prendere poco lontano, fargli una telefonata. E invece niente.
Ci sono volute queste Hijras del sud dell’India per sottomettermi alla grandezza di antonio.
E’ singolare il fatto che io, seppur mediocre dilettante persino nelle aspirazioni, abbia avuto il culo di conoscere gente come lui. E in gran numero, pure. Solo in queste righe ce ne stanno cinque.
Ogni tanto me lo chiedo, specie quando ho il monitor davanti, e intuisco il mio destino. Me che tante cose ha fatto, tante cose è stato, alla fine sa far nulla, sa essere nulla. Oltre al contenitore di genoma, dipendente e a contratto.
Io, che sono stato Papa, ora che ho perso i cappelli vi parlerò di bellezza.

 

 

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