porno giuda

fogliettiFitzcarraldo: questo è un tempo senza navi – Stockhausen: sei morto, dunque io ho scoperto di avere, tra le mie cose, cinque dischi di registrazioni con Rachmaninov lui medesimo che suona le cose sue. pulivo distratto l’ardisc, e mi trovo queste musiche, suonate in sottotono, disattese altro che Horovitz. come un compitino prestidigitato… mi metto ad ascoltare il concerto per pianoforte quello famoso, il terzo. Il 1909 iniziò di venerdì, GoyaaƂé morì di sabato dopo un mese e mezzo. i giochi erano fatti: tra le dita del russo scorre via una sapienza malinconica, come se avesse già visto l’esito di tutti gli anni seguenti. ci sono le tempeste d’acciaio, dietro un vetro opaco, ci sono eserciti di Zivago dentro foreste di ghiaccio e brina, dentro cristalliere chiuse a chiave, il ventre cavo. il ricordo della luce dietro l’aurora, a cascate, una disperazione vertiginosa e lucida, ficcata dentro la notte che si profila, cavalcante la forza di un passato fastoso, da salutare per l’ultima volta. per fermarlo, un paese intero, o un pianeta, basta alienarne la bellezza attraverso la dipendenza. che sia carburante, o pornografia, o meccanica, o tutto insieme: il bello diventa ricordo, conservato, un catalogo di quello che c’era contro quello che c’è. La dipendenza porta inevitabilmente alla ripetizione fino all’esaurimento della materia prima. Per questo i carburanti rappresentano un problema transitorio: la notte è altrove, di lunga durata quanto durano le tecniche di riproducibilità. C’è un vincolo energetico alla pornografia?

Nanathathtith: "There is nothing anywhere; There is nothing anywhere; Everywhere, it is good,"

Wendy Smith: oo-o-oo

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