Prendendo come spunto un frammento di Nietzsche in cui il nichilismo viene presentato in tensione tra i due poli della "distruzione" (attiva) e "disgregazione" (passiva), Nancy ["Tre frammenti su nichilismo e politica", questa prima parte è del 1994] sviluppa l'ambiguità e s'interroga su cosa accada nell'intervallo tra le due possibilità, proponendo come essenza stessa del nichilismo l'attardarsi indefinitamente (per un tempo virtualmente infinito, quindi) in tale scomodo "intervallo".
"Non finire mai di finire"; "La normalità è l'intrattenimento indefinito dei fini" sospesa tra "distruzione ed estinzione" mai portate (o da non portare?) a compimento ultimo. Che poi a ben vedere è un "già e non ancora", sul quale diversi secoli prima della morte di Dio venne edificata la Grande Chiesa, in cui il ricordo del "già" è andato definitivamente perduto nel "non ancora". Ma la vera differenza sta nella doppia possibilità del termine ultimo, che non è ancorata a nessun principio etico o morale, ammesso e non concesso che attività e passività dell'eventuale compimento possano risultare prive di giudizio.
Questa doppia possibilità – ineluttabile – del "non ancora" è davvero così importante? O esiste una precisa dialettica tra estinzione e distruzione (tra percezione dell'estinzione che si sviluppa in distruzione costante, circoscritta e controllata?), sulla quale si dipana l'assorbimento di speranze di un telos in step-motion?
-
Recent Posts
Recent Comments
Archives
- November 2010
- August 2009
- July 2009
- June 2009
- May 2009
- January 2009
- December 2008
- November 2008
- October 2008
- September 2008
- June 2008
- February 2008
- January 2008
- December 2007
- November 2007
- October 2007
- September 2007
- July 2007
- May 2007
- April 2007
- March 2007
- February 2007
- January 2007
- December 2006
- November 2006
Categories