dei fantocci: la ricerca scientifica italosionista

Con ordine: grazie a trenitaglia, efficace specchio del belpaese, ho perso l'unico concorso di quest'anno. Con quattro ore di ritardo m'era difficile sedermi in quel di Pisa e perderlo comunque. Così, rimborsato e contento, me ne son tornato alla seggiola del mio lavorio. Quatto quatto epperò insofferente mi sono andato a sbirciare il sito dell'università, ché non si sa mai, un rinvio una cosa, un fatto per venire incontro ai forzati dei trasporti pubblici o agli autisti semplicemente, banalmente stanchi dopo giornate così e cosà… Ovviamente niente, epperò una  notizuola, succosa, presto riportata a mo' di Eichmann dei poveri su indymedia per vedere l'effetto che fa.
Per coloro che i link li tengono a noia, si sappia che ero uno di quelli a Roma, uno di quelli che – bontà sua – con l'accendino accende solo sigarette, e all'aperto per "nuocere eventualmente a me soltanto". Uno di quelli che alle masse ancora crede, e lascia moglie incinta e finesettimana a casa per farsi quattro passi bagnati coi palestinesi itagliani. Uno di quelli che in anticipo sa che per i fantocci non c'è scampo in terra così come per i giornalisti non ce n'è in cielo. Anche sapendolo, ci si va perché il motivo per il quale s'era organizzata la faccenda stavolta aveva quel che di pragmatico e onesto da sentirsi in dovere di presenziare, almeno come numero. Motivo talmente pragmatico e onesto da risultare pericolosamente credibile tanto da far correre altri ai ripari con l'incredibile manifestazione parallela a Milano, della quale uno dei punti chiave era "trasferire la sede dell'ONU a Gerusalemme".

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