tra i libri non nascondo la saccente soddisfazione di aver letto poco, ma veramente.
mi manca una storia definitiva, da Aleppo a
come si fa a descrivere i rifiuti? essi sono pieni di angoli, più li indaghi più crescono… ho visto un cartone buttato circa un mese fa… ha cambiato posizione e le piogge l’hanno trasformato in pasta ruvida, sedimentata, tutt’uno con le plastiche rigonfie di biologico. immagina d’estate.
le parole qua sopra son rifiuti, si trasformano dopo che le butti, cambiano posizione, si legano ad altro, diventano pasta straccia. quando si solleva il velo puzzano, dichiarano la loro intima repellenza.
insieme parole e disorganico ci si può mangiare, basta collocarle nei tempi opportuni, un giorno sì l’altro pure. bivacchi di gabbiani tutt’intorno, a scannarsi.
se si aspetta il colera per la nuova fiammata, d’emergenza e strilloni, basta seguire le vie segrete del percolato, dopo tutta quest’acqua. e sai quanti gabbiani ancora, e quanti soldi, e le fisime sbigotte d’europeica unione.
– All’inizio esistevano dei vaccini usati per via parenterale ma si è visto che conferivano una protezione transitoria e talvolta scarsa e davano effetti collaterali tipo febbre, dolore nella sede dell’iniezione e malessere generale.
Scherzaci col fuoco, con l’acqua, tu.
– Si può arrivare fino ad una perdita di un litro di feci in un’ora.
La città è come una stanza chiusa, piena di fiori vizzi e acqua stagnante. Rivoli diarroici a irrorare le nostre parole secche e contorte.
– A tutti gli scribi e artisti e praticanti di magie attraverso i quali questi spiriti si sono manifestati.
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