Ricapitolando: per il circuito librario la Silvio Berlusconi Editore pubblica solo una collana, la "Biblioteca dell’Utopia", che ad oggi conta circa 16 titoli dal 1990. Parliamo di un solo titolo all’anno (anche meno). In realtà ogni volume esce in due edizioni: la prima, limitata, per un circuito esclusivamente collezionistico – i clienti del gruppo fininvest. La seconda, da libreria, ad un prezzo da propaganda. Eppure io, che di librerie ne giro, ho il sospetto che la distribuzione di quest’ultima non sia così capillare come ci si aspetterebbe dal prezzo e da chi quel prezzo lo propone, ovvero l’imprenditore che ci mette nome e cognome, il quale non dovrebbe avere problema alcuno in questo senso, il senso della distribuzione capillare.
Ora la cosa che mi incuriosiva era questa: l’unico articolo in libreria che porta il marchio "Silvio Berlusconi" è un libro di pregio, di un autore perlopiù invendibile, ad un prezzo che è quasi prossimo al valore di costo del prodotto (tra cura, pagine, copertina ecc…). Considerando poi l’assenza quasi assoluta di promozione – quasi come a non volerli vendere, quei libri – se ne conclude che l’unica cosa che in libreria porta esplicitamente il marchio "Silvio Berlusconi" rimanda ad un’impresa in perdita. Il che di per se è un controsenso. Eppure questa collana va avanti da quindici anni, dal primo governo Berlusconi. Può un’impresa di Berlusconi essere in perdita da quindici anni e rimanere in piedi, col suo nome sopra?
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