sour-ey’d disdain, and discord, shall bestrew – the union of your bed

Stanotte, protetto dalle persiane con tutta la tempesta fuori, ho visto un documentario su Fanfani. Sarà per questo che m’è venuto in sonno Mattei, in cravatta e giacca. Indicava, il sorridente Enrico, l’increspatura sull’acqua notturna, in silenzio argenteo, decisa a tagliare in due la bottiglia di plastica. A voler sciogliere certi

peperoni

che

non

hanno

alcuna

intenzione

di

scendersene

giù. Tutto il mio tratto digerente, dallo stomaco ai cavilli intestinali, è seriamente provato. Mi reggo nell’assoluto disordine alimentare. Così sembrano suggerire, almeno, le striature brunastre nella mutanda, al mattino.

Mattei da’ numeri che non posso giuocarmi, essendo la mia memoria onirica assai labile, soprattutto quando fa fronte, timidamente, alla cabbala dei complotti. Come arcani c’erano pure il Presidente, lo Scrittore, il Politico, il Mafioso, il Brigatista, il Fascista, il Giornalista e, ovviamente, le Puttane. Tutti su una barchetta di carta, sull’acqua. Quando si spugna, la carta, a guardarla bene sotto l’acqua, le bolle, è come uno scontrino fiscale, ma le cifre sembrano troppo larghe, spigolose, grassettate. Riconosco un Beth, un Ayin, un Cheth. La recinzione.

Eppure non sono io ad avere la febbre, mi giro, c’è la mia piccola stufetta, trentotto e due. Ha gli occhi aperti e ci sorride, scoperta.

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